lunedì 8 luglio 2013

Chi si nasconde dietro la monetina

Chi passeggia insieme a me si potrà stupire della mia freddezza nei confronti dei tanti mendicanti che si incontrano per la strada. Non mi vedrà mai aprire la borsa per cercare qualche monetina, nè tantomeno offrire l'elemosina.
Stringe il cuore passare oltre, ma a me sinceramente stringe più il cuore che quel mendicante sia lì. E so benissimo che con la mia elemosina non farei che perpetuare la sua presenza sulla strada.

Ad una prima superficiale impressione il mio può sembrare un gesto di indifferenza e insensibilità, poco in linea con quei principi cristiani che mi contraddistinguono. E invece è proprio il contrario.
Perchè non è questa l'elemosina che corrisponde al Vangelo, ma solo un gesto egoistico che fa mettere a posto la coscienza e che non aiuta affatto il mendicante ad uscire dalla sua povertà, anzi.

Mi sono stupita anche io le prime volte che i missionari e i tanti volontari impegnati in prima fila con gli ultimi, sia in paesi lontani che qui a casa nostra, mi hanno insegnato il vero rovescio della medaglia dell'elemosina.
"Se vuoi far davvero del male a un povero - mi hanno sempre detto tutti - fagli l'elemosina. Lo aiuterai a vivere un giorno di più in quella condizione e non gli permetterei di trovare una strada alternativa".
Ovviamente non finisce qui. Il gesto di non fare l'elemosina deve essere seguito dall'impegno a sostenere piuttosto le tante realtà di autentica assistenza che sanno gestire nel modo migliore gli aiuti nell'ottica di  sostenere le persone davvero bisognose e non solo dal punto di vista economico.

Mi dispiace quindi riscontrare lo stupore e lo sdegno che in questi giorni sta suscitando la notizia che al Duomo di Mestre ci sia un servizio di sorveglianza che mira ad allontanare i mendicanti che in modo sempre più aggressivo e violento interferiscono con le celebrazioni. Roba da andare su tutti i giornali.
Non corrisponde, a prima vista, a quell'immagine di Chiesa indiscriminatamente accogliente e vicina agli ultimi che tanto va di moda ora che Papa Francesco sta calcando la mano (giustamente) in quella direzione.
Eppure  in realtà tutti coloro che si occupano davvero di carità cristiana e di ultimi sanno benissimo ( e dovrebbero dirlo a gran voce) che per aiutare chi è bisognoso bisogna lottare per difendere il suo posto di privilegio contro l'aggressività dei furbi e dei disonesti. E' brutto, lo so, ma anche tra i poveri ci sono gli onesti e i disonesti, e non si fa del bene agli ultimi nè con il razzismo nè con il buonismo indiscriminato.

Se solo smettessimo di dare l'elemosina ai mendicanti ci sentiremmo un po' meno in pace con noi stessi e giustamente inquieti di fronte alla povertà. E forse eviteremmo di contribuire al perpetuarsi dello sfruttamento dei mendicanti costringendo chi davvero ha bisogno a rivolgersi ai centri di carità, che sono sempre gestiti dalla quella stessa Chiesa apparentemente severa che rifiuta l'elemosina sul sagrato.

Le cose, certo, sono sempre molto più complicate di come si sintetizzano. Sarebbe da riflettere a monte su tutti i meccanismi che causano la povertà e si può star certi che tutti coloro che sono abituati a dare la propria elemosina finirebbero con lo scoprirsi terribilmente complici del sistema che la causa.
Non ci nascondiamo dietro a un dito o dietro una monetina.

1 commento:

  1. Condivido ma anche il povero per la strada è nostro fratello

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