lunedì 1 aprile 2013

40 giorni senza Facebook

E' stata dura. Praticamente impossibile. Ma molto interessante.
40 giorni senza Facebook. Il mio deserto.
Volevo fare un digiuno simbolico da qualcosa che occupa molto tempo nella mia vita per restituire quel tempo alla preghiera, alla riflessione, al silenzio in un momento della mia vita in cui ne ho molto bisogno.
Così ho pensato a Facebook. In fondo è lo strumento che ha sostituito buona parte della mia informazione, della mia distrazione, della mia comunicazione con il resto del mondo. E' uno strumento di lavoro, di public relations, il luogo di incontro e scambio di opinioni, uno spazio di condivisione divenuto nel tempo imprescindibile per mantenere i rapporti di amicizia con persone che non ho l'opportunità di frequentare quotidianamente.

Uno strumento che ho sempre considerato neutro, reso piacevole o stupido a seconda della testa della persona che lo gestisce, utile o dannoso, a seconda delle finalità, un modo per perdere tempo o per riempire spazi vuoti, a seconda dei punti di vista.
Sta di fatto che qualsiasi sia la mia personale valutazione su Facebook io l'ho usato parecchio e da diversi anni, sia per scopi personali che professionali. Alcuni amici di cui ho molta stima si ostinano a non volerne far parte e io mi sono sempre tanto ostinata a convincerli del contrario. Sarà un'occasione buona anche per poter dialogare meglio con loro.

Non ero sicura fosse una buona idea uscirne, seppur per un periodo limitato, dato il livello di immersione che il mio lavoro e la mia vita ha ormai raggiunto, ma ci ho provato.
Se è uno strumento che sono io a guidare - mi sono detta- posso farlo senza alcun problema. Che sarà mai.
Anzi, la sua assenza mi permetterà di osservare meglio alcuni suoi pregi e alcuni suoi difetti.


E cosi ho fatto. Dal mercoledi delle ceneri ho smesso di cliccare sull'icona blu.
Il primo giorno tutto bene. Mi sono installata sull'Ipad una bellissima app di preghiere che sia chiama "Laudate" con le letture del giorno. Lungo i momenti vuoti in treno mi sono dedicata ad esaminare la mia anima riempiendo pagine del mio nuovo diario.
Erano anni che non pensavo e non scrivevo tanto. Una boccata d'aria buona. Il tempo che si dilata. Il brusio che si affievolisce sullo sfondo. E i pensieri e le complicazioni che trovano nuove strade per essere districati, con le parole.

DIPENDENZA. Non mi ero mai resa conto di quanto fossi legata a quel pulsante blu, sull'ipad, sul cellulare, sul pc.. Quasi un automatismo istintivo, troppo poco controllato. E questo non va bene. Ad avere il controllo dello strumento devo essere io, non viceversa.

I RAPPORTI UMANI SU FB. Ed ecco subito dopo il primo giorno i primi problemi dovuti al fatto che Facebook è diventato un veroe proprio strumento di comunicazione e relazione con le persone. L'icona blu sul mio Ipad continua a riempirsi di notifiche rosse e il numero cresce spaventosamente, 40, 80, 120, 180....Poi arrivano le notifiche sul Blackberry e le notifiche dei messaggi di FB, come un continuo richiamo, un'ossessione. Qualcuno mi stava scrivendo ma non sapevo chi, non sapevo se era importante. Cerco di resistere e mi dico che in fondo se è qualcosa di importante mi chiameranno. Ma mi sbagliavo. Le persone danno per scontato che tu una volta dentro Facebook lo controlli sempre.

IL LAVORO SU FB. Il secondo giorno il lavoro mi costringe a uno strappo. Sono costretta a caricare delle foto su una pagina che seguo per un cliente. E come faccio? Mica posso dire di no? Il lavoro è lavoro. Mi limito a quella pagina, non guardo le notifiche, non guardo i messaggi.
Ma un appuntamento con un amico mi costringe a un nuovo strappo. Di solito mi scrive su Fb e con l'appuntamento già accordato potrebbe avermi comunicato qualcosa ... Cedo. Infatti trovo il suo messaggio. E meno male che lo leggo altrimenti avremmo dovuto pagare l'affitto della sala prove non avendo disdetto la prenotazione.
Riflessione n.1: Si può benissimo fare a meno di Fb ma una volta che ci entri e che lo usi frequentemente per gestire i tuoi contatti diventa difficile isolarsi, non senza fare un po' di danni inizialmente.

I GRUPPI DI FB. Trascorrono un po' di giorni e si pone un altro problema: i gruppi. Faccio parte di alcuni gruppi su Fb relativi ad alcuni progetti che sto seguendo. Il gruppo su FB è lo strumento di comunicazione principe di questi gruppi, che uniscono persone lontane, che in alcuni casi si conoscono solo via web e che non hanno altro modo di dialogare.
Riflessione n. 2: Se fai parte di un gruppo FB non puoi fare a meno di leggere cosa viene scritto o rischi di perderti comunicazioni importanti.

LE ELEZIONI SU FB. E poi le elezioni. Tutti si scatenano di commenti, analisi, previsioni. E io che sono appassionata di politica e che per me le elezioni sono uno spassosissimo tuffo cerebrale e dialogo sui massimi sistemi della politica nazionale, mi sentivo come imbavagliata. Arresa. E' un momento troppo importante per il paese, non posso non seguire da vicino gli sviluppi. Decido di leggere ma senza parlare. Nella mia bacheca ci sono gli status di tante pagine informative, testate giornalistiche, politici, opinionisti, oltre a quelli degli amici. Stare senza quel flusso di informazioni in un momento del genere è impensabile. Sono pur sempre una giornalista politologa, nel mio piccolo. E che cavolo! Così leggo, leggo, sfoglio, mi tappo la bocca. Impreco in silenzio. Una fatica!!!
Alcuni amici si preoccupano della mia assenza su Fb, che ridere. "Ma la Francesca Bellemo non commenta?" scrivono increduli.

IL NUOVO PAPA. Poi arriva Papa Francesco. E non resisto più, devo dire qualcosa, devo condividere un pensiero, non riesco a farne a meno e rifletto su questa cosa. Cosa mi spinge a cercare uno strumento per amplificare pubblicamente i miei pensieri? Chi dovrebbe essere interessato? Perché mi fa sentire meglio scrivere i miei pensieri in uno spazio pubblico? Un'ulteriore occasione di riflessione.
Cosi non scrivo nulla su Fb ma sul mio blog si, sbircio i commenti su twitter, condivido qualche post su twitter. Impossibile resistere alla testimonianza.
Riflessione n. 3: Fb è uno strumento di informazione e divulgazione di informazioni, se questo è l'utilizzo che uno ne fa perchè condannarlo? E' solo una fonte in più e anzi, può diventare un luogo in cui tu stesso diventi la fonte di alcune informazioni, tanto più se si tratta di testimonianze di vita e di fede.

LA VITA PRIVATA. Infine la sfida più grande. La mia vita privata. In questi 40 giorni sono successe tantissime cose che avrei potuto comunicare su FB, come ho sempre fatto. Molte cose importanti, belle, che ho fatto fatica a tacere. Avrei avuto voglia di dire tante cose, di raccontare, di condividere, tante emozioni, opinioni, fatti, battute e pensieri.
Credo nello strumento di condivisione Facebook, esattamente come il blog, non per esibizionismo o voyerismo. Usato con intelligenza Fb è un buon strumento per relazionarsi con le persone al di là dell'incontro personale, è un buon strumento per condividere dei pensieri, delle riflessioni. E' -dal mio punto di vista - pure un buon strumento di testimonianza cristiana.

Non mi sottrarrò al mio dovere, so che molte persone guardano al mio comportamento come a un test per le mie parole e condividere su Fb alcune scelte di vita, alcuni pensieri ed opinioni lo intendo come una testimonianza, una vocazione.
Allo stesso tempo ho riflettuto sul contenuto di questa comunicazione: quante cose posso dire nell'ottica di testimonianza, quante altre invece sono puro e semplice esibizionismo?
Riflessione n. 4: Mi sono convinta che ogni gesto, piccolo o importante che sia, comunicato su Fb può diventare testimonianza a patto però di essere calibrato con umiltà.

FB E LA SOLITUDINE. Io spero di riuscire a trasmettere questa intenzione insieme alla voglia di condividere per il piacere del dialogo e del confronto, per il piacere dell'amicizia, per sfuggire alla solitudine.
Si, solitudine. Ci ho pensato molto su in questo periodo e sono arrivata alla conclusione che in fondo Fb ci consente di sentirci meno soli.
Viviamo una vita ingabbiata di lavoro e di obblighi, di pesanti e insensati sprechi di tempo nella solitudine.
Io trascorro ad esempio più di 12 ore fuori casa, per lo più da sola davanti a un monitor, trascorro più tempo con i miei colleghi che con la mia famiglia, mi siedo più spesso a tavola con sconosciuti alla mensa che con mio marito a casa. E parlo più frequentemente con i miei clienti che con la mia stessa famiglia. Non è una follia? Si, lo è. Ma non si può sfuggire se non attraverso quella finestrella blu che nelle pause e nei momenti vuoti ti riporta vicino a chi ti interessa di più, alle persone con cui hai più argomenti in comune, anche semplicemente per sbirciare curiosamente nella loro vita. Si dice che su Facebook si diventa tutti dei guardoni, è vero, ma io penso che in fondo essere dei guardoni da una finestra volontariamente spalancata non sia poi un crimine e che un po' di curiosità sulle persone sia sempre meglio del disinteresse...

CONCLUSIONI. Le mie conclusioni non possono quindi che essere di rivalutare positivamente Facebook li dove esso è un semplice strumento di comunicazione con le persone, uno strumento che si somma ad altri, che sopperisce agli altri quando gli altri non sono disponibili. Per cui viva FB, viva quella piccola finestra blu sul mondo che mi permette di illuminare a sprazzi delle lunghe giornate di solitudine. Viva gli amici di Fb che magari non sono tutti i miei migliori amici, ma mi fanno compagnia con le loro battute, le loro opinioni, le stupidaggini e le riflessioni serie.
Il tempo che trascorro su Fb non è tempo sottratto alle vere amicizie, che sono coltivate a parte, indipendentemente da Fb. Il tempo che trascorro su Fb è semplicemente un tempo che sottraggo alla solitudine. E considerando che sono una che tutto sommato ama la solitudine, non è poi così tanto.
Quindi viva Fb quando è strumento che riempie vuoti non quando li crea. Viva Fb quando è megafono di testimonianza, di condivisione virtuale di una vita ricca e intensa di realtà. Viva Fb quando avvicina i lontani non quando allontana i vicini. Viva Fb e viva la rete quando è sinonimo di andare in profondità e non di galleggiare, quando permette di inabissarsi nella vita senza annegare.
Viva l'apertura al prossimo, viva il coraggio delle proprie idee, viva il non aver nulla da nascondere e l'aver tanto da imparare.
Viva un po' di spensieratezza, viva un po' di sano pettegolezzo, meglio l'interesse un po' voyeristico che l'ignorarsi civile.
Viva la tecnologia quando è a servizio dell'uomo e non viceversa.