martedì 31 luglio 2012

HoneyUSA: Calico Ghost Town

4 agosto 2011: Los Angeles-Kingman

Calico Ghost Town. Una strada isolata nel deserto si allonta appena da Barstow rendendo man mano più visibile quella grande scritta bianca sulla montagna, a mò di Hollywood: Calico, la scritta deve essere fatta di sassi bianchi. Tanto triste come cosa. Un carretto dipinto a colori pastello dà il benvenuto all'ingresso di un ampio parcheggio assolato. Ingresso 6 dollari a testa. Vabbè. 
Calico non è in verità una reale ghost town ma una realistica ricostruzione di quella che doveva essere la minuscola cittadina mineraria arrampicata sulla brulla montagna desertica fondata nel 1881 e che nel giro di qualche decennio, dopo aver raggiunto i 3500 abitanti, si è velocemente spopolata arrivando a contare 5 residenti. 
Negli anni '50 un certo Walter Knott scoprì questa cittadina ormai quasi fantasma e decise di trasformarla in un museo vivente di quella che era stata la vita di numerose cittadine gemelle nel Vecchio West di fine '800.

Calico era una città mineraria. Quassù vi arrivarono alcuni minatori e definirono questa località "calico-coloured", cioè variopinta, variegata, per la bellezza delle sfumature delle rocce arancio. Vi trovarono una vena d'argento e presto la città crebbe con un suo ufficio postale, un giornalino settimanale, hotel, negozietti, una scuola, la chiesa, uno sceriffo e persino due dottori. L'apice si ebbe nel 1890 quando si scoprì anche una vena di Borace e arrivarono minatori da tutto il paese con l'apertura di centinaia di miniere nei dintorni. Ma è nello stesso anno che il prezzo dell'argento subì un pesante crollo e l'attività di Calico fu drasticamente ridimensionata, portando un conseguente importante spopolamento. Così velocemente come era cresciuta Calico improvvisamente divenne una città fantasma.


Entrando per la via principale (l'unica!) si ha l'impressione di essere nel villaggio West di Gardaland, ne' più ne' meno. Mancano solo la musichetta di sottofondo e i gadget di Prezzemolo.Però, pur sapendo che si tratta di una ricostruzione, la cosa ha un certo fascino. C'è il saloon, dove è stato allestito un ristorante, con un bel portico in legno e delle sedie a dondolo su cui ci sediamo all'ombra. Tra i vari negozietti di souverin c'è anche una abitazione-museo che racconta la storia di quella che è stato il personaggio simbolo di questa cittadina: Lucy Lane, una donna che visse a Calico per 70 anni. Lucy Lane arrivò a Calico con la famiglia quando aveva circa 10 anni e a 18 sposò John Robert Lane il quale aprì il general store della città. Nel periodo del declino di Calico la coppia se ne andò per qualche anno per poi ritornare definitivamente. John Robert morì nel 1934 ma Lucy Lane visse fino al 1967, all'età di 93 anni, sempre a Calico. 


Con il sovrapprezzo di 1 euro è possibile anche visitare una miniera. Poche centinaia di metri dentro la roccia in uno stretto cunicolo da percorrere a piedi dove ogni tanto ci sono dei pupazzi che simulano la vita dei minatori. Vitaccia. Poi c'è il trenino, la scuola e uno spazio dove fanno giochi per bambini.
Il paesetto finisce con la fine della strada. Fa un caldo secco e ventilato. Altri turisti stanno passeggiando divertiti, tra cui anche un gruppo di italiani che fanno un casino pazzesco. Come al solito. 
6 dollari forse sono un po' eccessivi, col senno di poi, però la visita meritava. Il panorama è spettacolare, le rocce qui intorno sono splendide e la cittadina ben ricostruita. Ma l'ebbrezza della vita nel villaggio del West non mi coglie neanche un po'. Anzi. E non invidio neanche un po' la signora Lucy Lane che ha passato tutta la vita arrampicata su queste montagne brulle a vendere scatolette ai minatori...