giovedì 25 agosto 2011

Si può sognare la routine?

Alterno momenti di euforica volontà di condivisione ad altri più angusti istinti di ritiro a vita privata. Niente più facebook, niente più blog, niente solite attività. Ho voglia di normale routine e di condividerla con pochi, fidati, fedeli e preziosi amici e familiari.

Ho sognato questa routine da sempre: una casetta tutta per noi, una cucina da imparare a conoscere, tante piccole cose da fare ogni giorno. Routine domestica. Il matrimonio non è forse anche questo? E io ho sognato da sempre il matrimonio e quindi da sempre ho anche sognato tutto questo. Fare la casalinga non é mai stata una mia ambizione, ma gestire una casa fa parte della vita. E io voglio farmelo piacere.
Mi piace avere pulito intorno a me e si prova una grande soddisfazione nell'osservare i risultati dei propri sforzi domestici. Mi piace dare l'acqua alla mia piantina e ripiegare in armadio i vestiti appena stirati.
Ora che tutto è nuovo sembra quasi piacevole. So che presto si trasformerà in un peso, ma io sono una che ama gustarsi le cose cosi come sono, come vengono, come un caffè amaro. Me le voglio godere adesso per quel poco di gioia che possono darmi.

Mi voglio godere un po' di meritato egoismo. Troppe sono le delusioni che mi sono piovute addosso da parte delle persone, pochi, davvero pochi sono gli amici che si possono definire tali e con i quali ho voglia di condividere adesso questa mia nuova meravigliosa routine.
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martedì 23 agosto 2011

Una pace assolutamente reale

Un mese fa era il giorno del mio matrimonio. Una giornata splendida iniziata con un tempaccio e un freddo inaspettato per la stagione. Ma io ero serena come non mai. Non mi interessava assolutamente nulla del tempo. Un mese fa, il fotografo è arrivato in ritardo perché non trovava casa mia. Gli è caduta la macchina fotografica sul piede e si è pure fatto male. Ma nelle foto ero sempre sorridente. Non mi interessava assolutamente nulla del suo ritardo. La Alfa rossa di mio papà ci ha accompagnato fino alla chiesa, lì dietro l’angolo, tutti e quattro: mia sorella, mia mamma, mio papà ed io. Come andassimo ad una gita. Tranquilli.
E poi davanti alla chiesa amici inattesi e sorrisi. L’affetto della nostra parrocchia di sempre, degli amici di sempre, dei parenti, del coro. Non mi interessava nulla al di fuori di quella chiesa. Tutto ciò che avevo di più caro era lì presente e partecipe.
Una pace surreale. Anzi no, una pace assolutamente reale.
Abbiamo ricevuto un dono grande dal cielo e da tutte le persone che hanno condiviso con noi la gioia di quella giornata.
Grazie...