sabato 13 ottobre 2012

Grand Canyon, immensa emozione


5 agosto 2011
Grand Canyon, immensa emozione

Nella Hall dell'albergo un uomo che sembra un po' plastificato (tipo Ken con i capelli di plastica) e un po' boy scout sta seduto dietro un tavolino di legno illuminato da una piccola lampada graziosa, fermo immobile. Su un supporto informativo c'è scritto che è lì per dare informazioni turistiche sul Grand Canyon. E' troppo finto, ci viene da ridere, ma approfittiamo subito di questo servizio del Grand Hotel per pianificare la giornata di domani.

L'omino, sempre in modo plastico, come avesse un interruttore dietro la schiena e un disco registrato che parte a comando, ci illustra tutte le possibilità che il Grand Canyon offre ai turisti, dal giro in elicottero (bello ma troppo costoso per le nostre tasche) al trekking giù per il Canyon (fantastico, ma troppo lungo: occorrono almeno due giorni per scendere fino al fiume e risalire!), alla passeggiata a cavallo per la foresta (!!!), alla semplice passeggiata lungo il South Rim, che è il versante del Canyon dove ci troviamo.
Data l'ora decidiamo di dare intanto una veloce sbirciatina al South Rim prima di rientrare per cena nel fichissimo Saloon-ristorante dell'albergo dove c'è anche un palchetto dove pare proprio che tengano concertini folk (!!!) e ringraziamo il Ken-boy scout che rimane lì seduto al suo tavolino, con la schiena dritta e i suoi occhiali spessi.

A pochi metri dall'Hotel troviamo la sbarra che limita l'ingresso nel Grand Canyon National Park. Fu il presidente Theodore Roosevelt nel 1908 a istituire quest'area come parco nazionale. Pare che ne fosse innamorato e ci venisse a caccia di puma. Si, di puma.
7 euro di pedaggio, ma almeno il biglietto vale fino a domani. Glieli diamo volentieri considerando che abbiamo pagato 7 euro per entrare a Calico Ghost Town e ben 80 a testa per Disneyland LA.

Ci inoltriamo nel bosco fitto di pini altissimi dal fusto dritto e proteso verso il cielo. Sembrano essere lì ritti a cercare di sbirciare oltre, esattamente come sto facendo io, nella speranza di vedere il Grand Canyon aprirsi da un momento all'altro. Non va proprio così: dopo pochi minuti troviamo le indicazioni per diversi parcheggi e all'improvviso capitiamo in una turisticissima piattaforma asfaltata di parcheggi ben ordinati. Numerosissimi pullman affollano l'area, fiumi di gente che si dirige verso una piazza con bagni pubblici e punto informazioni, vari bus navetta che conducono a diversi punti panoramici. Superorganizzato!

E poi notiamo il sentiero che, cartina alla mano, dovrebbe condurci alla vista del Canyon. Siamo talmente presi dal seguire la cartina per capire esattamente in che punto del South Rim ci troviamo che nemmeno ci accorgiamo che dopo pochi passi si apre dinanzi a noi uno spettacolo mozzafiato.

Ci avviciniamo ammutoliti al limite del sentiero che sbocca sullo strapiombo senza alcuna protezione.
Davanti a noi la "cosa" più grande che abbiamo mai visto. Un'emozione indescrivibile di meraviglia, senso di infinito e piccolezza nello stesso tempo. Spariscono i pullman, il vociare dei turisti, le insegne luminose del Mc Donalds di Tusayan. Sparisce tutto di fronte all'immensa bellezza della natura.
E questo è uno dei suoi capolavori.
Mi mancano gli aggettivi idonei.
E' qualcosa di troppo grande per le nostre unità di misura. Mi mancano i termini di paragone, mi mancano le parole, mi manca il fiato.
Non riesco a dire nulla, solo gli occhi reggono la scena.
E il  cuore.
Ho realizzato uno dei più grandi sogni della mia vita.

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