mercoledì 16 novembre 2011

In & out

Anni fa, ma tanti anni fa, ho letto "L'era dell'accesso" di Jeremy Rifkin. Un saggio di sociologia spaventosamente profetico. Parlava di una società divisa non sulla proprietà, ma piuttosto sull'accessibilità. Tecnologia e internet hanno alla fine creato davvero questa divisione. O sei dentro o sei fuori. E se sei fuori sei lontano da ogni accesso al potere e alle decisioni.

Per la mia generazione è tutto scontato: leggere le news in tempo reale sullo smart phone, chattare con gente dall'altra parte del pianeta, scambiarsi file e foto via mail, frequentare gli amici sui social network. È anacronistico fare i nostalgici del profumo della carta da giornale e delle amicizie a tu per tu davanti a un caffè. Giusto o sbagliato che sia dobbiamo essere nel mondo, conoscere le sue leggi e i suoi meccanismi per poterlo cambiare dal di dentro. O anche solo per viverci non da extraterrestri.

La tecnologia sta creando uno spartiacque spettacolare, preoccupante e affascinante allo stesso tempo, tra coloro che la frequentano e la posseggono, almeno in parte, e coloro che non possono accedervi o -peggio- non vogliono averci a che fare. Una spaccatura tra generazioni fortissima, una spaccatura tra nord e sud del mondo amplificata.

In Italia siamo all'età della pietra sugli strumenti tecnologici applicati alla vita sociale, e questo perché siamo governati a tutti i livelli da persone troppo vecchie e antitecnologiche, dalla politica all'imprenditoria. Ma presto o tardi dovremmo arrivarci. Meglio presto, se non vogliamo essere tagliati fuori davvero dallo sviluppo.

Alfabetizzazione informatica obbligatoria e accesso alla rete gratuito per tutti, potrebbero essere le prime azioni.
Sono sicura che la tecnologia possa rendere la nostra vita migliore. Basterebbe usarla...e usarla tutti...istituzioni e politica per primi!!!!!




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