giovedì 22 settembre 2011

HoneyUSA. New York. Immigrants

Sul battello diretto a Ellis Island ho provato a immedesimarmi in uno di quei milioni di migranti che raggiunsero New York fermandosi obbligatoriamente per i controlli su quell'isola.
Laggiù lo skyline della grande metropoli ricca di progetti, prospettive e pericoli. Nuovi orizzonti. Una nuova vita lontano da casa. Alle spalle l'oceano e il passato, la vecchia Europa.
Considerando che nel giro di un anno la mia vita è cambiata radicalmente, tutto sommato non mi spaventa l'idea del cambiamento in se', e nemmeno quella del viaggio lontano.
Eppure mentre girovagavamo per il museo dell'immigrazione non facevo che pensare se davvero sarei stata all'epoca una di quelli, immigrati qui in America in cerca di fortuna, oppure se non sarei piuttosto rimasta a casa, nella mia terra a cercare di sopravvivere qui.
Me lo chiedo anche adesso, me lo chiedo da anni perché non partire...
Molti dei miei amici e compagni di studi vivono fuori dall'Italia, in Europa o anche in America. Qualcuno finirà per restarci per sempre. Qualcuno concluderà alla fine di aver fatto bene, qualcuno magari invece no.
Mi piace l'avventura, ma a tempo determinato. Forse é per questo che non ho mai preso in considerazione l'idea di trasferirmi all'estero, nonostante in Italia la situazione non sia delle più rosee. O forse è perché in fondo a me le cose non vanno poi tanto male. Forse sono io che non sono ambiziosa, qualcuno potrebbe dire che mi accontento.
Invece secondo me è una questione di indole. C'è chi preferisce ricomiciare da zero e chi resta e restaura.
Non mi sento meno coraggiosa a restare in Italia rispetto a chi ha cercato di meglio altrove. E non trovo meno coraggiosi quegli europei rimasti nella loro terra di quelli salpati in cerca di fortuna. Sono diverse forme di coraggio. E penso che questo valga anche per tutti gli altri migranti. Chi può dire se ci vuole più coraggio a montare su un gommone per attraversare il Mediterraneo o a restare affamati nelle guerre africane?
Probabilmente fossi nata nell'800 non sarei mai partita. Mi rendo conto che sono molto più attaccata alle mie radici veneziane, italiane ed europee di quanto pensassi.
Non che mi avrebbe spaventato l'incertezza o la lontananza da casa e affetti.
Semplicemente all'estero si mangia da schifo.


Per leggere gli altri appunti di viaggio dagli USA:
http://caffe-amaro.blogspot.com/p/usa-moleskine_05.html


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