mercoledì 11 luglio 2012

HoneyUSA: Mojave Desert


4 agosto 2011 Mojave Desert

Profili di montagne antiche dai colori sbiaditi, rocce rossastre dalle forme insolite, lisci pendii che si allungano a valle, ciuffi radi di piante grasse impolverate. Ma soprattutto la strada: una infinita lingua d'asfalto adagiata tra le rocce, lì come per sbaglio, che si perde all'orizzonte. Distanze alle quali non siamo abituati. Deserto a perdita d'occhio.

Il Mojave Desert si estende per circa 38.000 kmq nell'entroterra a un centinaio di km da Los Angeles. E' un altopiano con numerosi bacini salati e precipitazioni scarsissime ma nonostante l'aridità ci sono circa 2000 specie vegetali che si sono ambientate e sopravvivono in queste condizioni climatiche. In quest'area ci sono anche molti giacimenti minerari (tungsteno, oro, argento, ferro, borace, potassio e salgemma) e pure delle basi militari, come ad esempio la base aerea militare Edwards AFB, luogo di atterraggio alternativo a Cape Canaveral per gli Shuttle in rientro dalle missioni spaziali. All'interno del Mojave Desert si trova il punto più basso e caldo del Nord America: la Death Valley (-89 metri sotto il livello del mare). Purtroppo non ci potremo andare perchè in agosto la Valle della Morte è chiusa per ovvi motivi di eccesso di calore...

Viaggiamo con l'aria condizionata, come consigliato da tutte le guide e i siti internet. Ogni tanto incrociamo dei grandi tir che sfrecciano (ma neanche troppo) lunga la strada semideserta. Ai lati della strada solo deserto, sassi, polvere. Lontano dei piccoli vortici sembrano danzare per la valle. Uno ci attraversa in pieno lasciandoci fortunatamente indenni e solo appena scossi nella corsia assolata. Pezzi di copertoni di tir a bordo strada.

Incrociamo nella corsia opposta un tir con il motore in fiamme accostato sulla destra, uno spaventoso fumo nero che si innalza fino al cielo, l'autista che parla al cellulare (speriamo) con i soccorsi.

Ci guardiamo. Segno della croce. E speremo ben.

Se dovesse bloccarsi per qualche motivo la nostra auto in mezzo al deserto saremmo spacciati. Dai piccola japo, ce la puoi fare - la incoraggiamo.

Proviamo ad accostare pochi minuti per lasciar raffreddare il motore e per raccogliere un po' di sabbia - ricordo per la collezione di mio padre. La temperatura esterna è indescrivibile. Resistiamo solo pochi minuti e poi ci rimettiamo in marcia diretti alla prossima tappa Barstow.

L'Interstate 15 come l'interstate 40 è una doppia lingua di asfalto che serpeggia nel deserto, una doppia corsia in andata e una doppia corsia in ritorno separate da un'ampia striscia di terra centrale. Entrambe costruite verso la fine degli anni '40 andando a sostituire la vecchia Mother Road, la Route '60, usata negli anni '20 per raggiungere la nascente Los Angeles e diventata negli anni un'icona del viaggio americano. Non c'è illuminazione, non ci sono guard rail ma solo appena qualche cartello con l'indicazione delle miglia che distano dalla prossima città. Sempre troppe. Tutto intorno nulla e nessuno. Una sensazione insolita di solitudine, piacevole a dir la verità, dopo il caos delle metropoli e i grattacieli. Finalmente il viaggio assume dimensioni umane, dimensioni naturali.


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