(HONEY USA, 4 Agosto 2011: Los Angeles - Kingman)
Continuo a leggere il libro di Zucconi (Gli Spiriti non dimenticano).
"Marco continuo?" Un cenno muto con la testa. Forse vuol dire che non gli dispiace.
"p. 31 (...) Perchè mai l'esercito degli Stati Uniti e quelle tribù, la cui esistenza era a mala pena nota ai bianchi appena qualche anno prima, fossero arrivati alla vigilia di una guerra nel 1955, era qualcosa che ne' il Colonnello (William Harney, nda), ne' gli indiani avevano capito bene".
Ecco, questo sì che è sempre interessante: perchè mai si arriva a una guerra? Ho sempre adorato studiare le cause delle guerre, chissà, forse nella speranza di capire come si sarebbero potute prevenire... E capire come sia potuto succedere lo sterminio di una popolazione di milioni di indigeni in poco meno di cento anni è decisamente fondamentale per capire la storia americana e in generale la storia contemporanea occidentale. Sono sempre stata convinta che all'origine di tante scelte e strategie di politica internazionale ci sia sempre un ancentrale motivo legato alle basi della propria storia. Così come per noi lo sono più direttamente la storia romana, la civiltà greca e il cristianesimo, così per gli americani i fatti del 1800 in questi territori devono essersi sedimentati in profondità costruendo inconsapevoli ideologie e attitudini di pensiero.
Zucconi racconta che da quel 1804 della prima
spedizione governativa di Lewis e Clark mandata dalla Casa Bianca fino
al Pacifico agli anni 50 dell'800, indigeni e immigrati nelle pianure si
erano
guardati a distanza con una certa reciproca indifferenza e disprezzo. Ma
senza alcun importante episodio conflittuale. I conflitti con gli
indiani ovviamente vi furono fin dall'inizio dell'invasione del Nuovo
Mondo sulla costa Est del Nord America, lì dove gli europei si
radicarono maggiormente e proseguirono sanguinolenti anche fino a fine
'700. (Per saperne di più: http://it.wikipedia.org/wiki/Guerre_indiane)
Ad Ovest, nelle praterie, fino a metà '800 i nativi invece sopravvissero quasi del tutto indisturbati per precipitare velocemente in guerra nel giro di pochi decenni.
Tutto cominciò quando venne aperto
il sentiero dell'Oregon, la via che dal Mississippi conduceva al
Pacifico attraversando le sconfinate praterie territorio degli indiani
nativi che lì avevano vissuto per millenni basando la loro
civiltà e sopravvivenza sul caratteristico bisonte. Ad Ovest, nelle praterie, fino a metà '800 i nativi invece sopravvissero quasi del tutto indisturbati per precipitare velocemente in guerra nel giro di pochi decenni.
Una semplice rotta disegnata su una mappa che ritraeva agli occhi dei miserabili contadini europei un continente sconfinatamente libero. Quanto basta per scatenare una guerra. Ma chi cavolo aveva detto che quella terra era libera?
Chiudo il libro e guardo fuori. Sempre lo stesso paesaggio lunare. Dovremmo essere quasi arrivati a Barstow, la nostra prima vera e propria fermata nel deserto. Continuo a pensare a come noi europei siamo andati sempre in giro per il mondo come fosse casa nostra, a sottomettere e ad ammazzare popolazioni intere. Con che diritto? Con che convinzione di superiorità? E se gli europei avevano all'epoca il diritto di cercar fortuna altrove, lontano dalle carestie e dalle guerre, perchè allora non dovrebbero averlo ad esempio oggi gli africani?
Domande, domande. Amo e odio follemente la storia.
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