giovedì 26 luglio 2012

HoneyUSA: Il Casus Belli della Soluzione Finale indiana

4 agosto 2011, Los Angeles-Barstow
I capi Cheyenne e Sioux che firmarono il trattato di Fort Laramie 1851 
(Spotted Tail, Roman Nose,
Old Man Afraid of His Horse, Lone Horn, 
Whistling Elk, Pipe, and Slow Bull)
Lontano da questo deserto, più a nord-est, nel 1842, un primo convoglio di 100 carovane partì dalla cittadina di Indipendence sul Missouri, un affluente del Mississippi, diretto ad ovest, tracciando per la prima volta quello che poi divenne il Sentiero dell'Oregon.
Fu allora che ebbero inizio nel West i primi scontri tra disperati immigrati europei, irlandesi, tedeschi, polacchi o scandinavi, in cerca di fortuna nel Nuovo Mondo, e i fieri padroni di casa che vedevano inspiegabilmente invadere la loro sacra terra nativa e attaccavano le carovane razziando e talvolta uccidendo i coloni. Nessuno aveva chiesto loro il permesso di passare, anzi. Era del tutto evidente che l'Uomo Bianco si credeva padrone di quella terra e vi transitava ignaro e pure con una vena di arroganza e di superiorità.

Di fronte ai ripetuti attacchi indiani i migranti chiesero la protezione dell'esercito, le Giacche Blu, i soldati federali. La Casa Bianca, per tenere a tacere le lamentele dei coloni, che erano elettori marginali, avevano risolto la questione concedendo qualche reparto di Cavalleria e costruendo qualche forte di legno. 
E soprattutto convincendo gli Indiani del territorio a firmare un trattato nel 1951 a Fort Laramie nel quale alcuni capi Lakota Sioux si impegnarono a consentire un passaggio indisturbato alle carovane dirette altrove e per nulla interessate a stabilirsi in quelle praterie deserte in cambio di un'inviolabile garanzia di sovranità sul territorio e di viveri, coperte e denaro. Sembrava un affare da tutti i punti di vista. 
E probabilmente il Governo degli Stati Uniti avrebbe continuato ad ignorare la questione se non fosse accaduto un episodio, uno di quegli episodi che ogni tanto si studiano sui libri di storia come la "miccia" che scatena un inferno ben più grande, il casus belli che ha portato alla definitiva condanna dei nativi Nord-Americani, la Soluzione Finale di quello che è considerato essere dagli storici contemporanei il più grande genocidio della storia dell'umanità.

Casus belli è quello che accadde per la Prima Guerra Mondiale con l'attentato di Sarajevo dove morì l'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria, erede al trono dell'Impero Austro-Ungarico insieme alla moglie Sofia, uccisi nel 1914 per mano del rivoluzionario Gavrilo Princip. Diciamo un pretesto che viene usato dai belligeranti per giustificare un attacco che in realtà ha ben più profondi motivi...
E il casus belli delle ultime guerre indiane fu infinitamente più stupido. Dannatamente stupido.

Continuo? ci provo. Si si continua! Mi risponde Marco, ormai preso dalla storia più che dalla noiosa guida nel deserto. Leggo a voce alta: "p. 35 Era accaduto che la vacca di un pioniere della setta religiosa protestante dei Mormoni, in viaggio anche lui lungo il sentireo dell'Oregon, arrivata alle porte di Fort Laramie si fosse improvvisamente spaventata ed imbizzarrita, all'udire le grida di un gruppetto di ragazzi Lakota che giocavano alla guerra correndo sui loro piccoli ponies. Nella sua corsa cieca la vacca aveva travolto un tipi, infilzato con le corna panni stesi ad asciugare, terrorizzato vecchie intente a cucire, travolto culle di bambini che dormivano e divertito moltissimo i ragazzi del villaggio che la inseguivano correndo e strepitando, dunque eccitando ancora di più la povera bestia. Finalmente un Mineconju, un indiano di un'altra delle sette tribù Lakota ospite per caso di quel villaggio Brulè, un tale chiamato Fronte Alta, si era stancato di tutto quel casino, aveva imbracciato il suo schioppo e aveva abbattuto l'animale. Visto che la mucca era comunque morta e gli indiani non sprecavano mai niente di commestibile, le donne l'avevano immediatamente scuoiata e cucinata, scoprendo con grande disappunto che la povera bestia, dopo giorni e giorni di cammino, era magari e dura come un vecchio mocassino bollito" (Gli spiriti non dimenticano, Vittorio Zucconi).

Situazione apparentemente comica. Ma non lo fu. Il mormone proprietario della vacca si infuriò a tal punto da costringere il maggiore Fleming di Fort Laramie a inviare, per trattare con il capo villaggio per a consegna del colpevole Fronte Alta, un distaccamento dei suoi soldati peggiori guidato da un certo tenente Grattan, uno sbarbatello al primo incarico e, come si diceva nel gergo, pieno di "Piss and winegar", ovvero "piscio e aceto", furia e acida ambizione. 
Inutili furono le trattative con Orso che conquista, il capo del villaggio dove la vacca aveva concluso la sua fuga, che si era offerto di ripagare l'animale per evitare conflitti e soprattutto scongiurare la mancata consegna dei viveri promessi con il trattato di Fort Laramie. La richiesta di consegna di Fronte Alta non poteva essere esaudita poichè Fronte Alta era un ospite del villaggio e su di lui Orso che conquista non aveva alcuna autorità. Grattan stava perdendo la pazienza. L'interprete, un mezzosangue già ubriaco fradicio pur essendo mattina, iniziò a urlare al drappello di guerrieri che avevano accompagnato il loro capo "Sioux merdosi e vigliacchi, mia madre lo diceva sempre che siete una banda di porci, vi ammazzerò tutti e vi mangerò il cuore". I guerrieri risposero con urla di guerra. Orso che conquista tentò di trattenerli e di far ragionare il tenente ricordando che non aveva senso combattere data la superiorità numerica dei suoi guerrieri rispetto ai soldati. Ma le sue parole stuzzicarono il "piss and winegar" di Grattan il quale diede l'ordine di aprire il fuoco. Fu una carneficina: sul campo caddero il drappello militare, 28 giacche blu, compreso il comandante, e una dozzina di indiani, compreso Orso che conquista. Sopravvisse solo una giovane recluta tedesca che si trascinò fino al forte e fece appena in tempo a raccontare l'accaduto al maggiore Fleming prima di morire per le ferite. 

Il resto della storia è facilmente immaginabile. Il maggiore Fleming parte con una spedizione di uomini diretto al villaggio per vendicare la morte dei suoi uomini e il tutto si conclude, nonostante i tentativi pacificatori dei capi villaggio, con il primo freddo massacro dell'intera tribù, con donne e bambini fatti a pezzi, e che verrà ricordato come il Massacro dell'Acqua Azzurra, dal nome del torrente vicino a cui era accampato il villaggio. E' questo il primo espisodio, ahimè non l'ultimo, della Soluzione Finale Indiana. E tutto per colpa di una stupida mucca.

Chiudo il libro. "Assurdo, assurdo" commento, mentre entriamo nella cittadina polverosa di Barstow per fermarci a fare benzina e far riposare la nostra japo che fino ad ora si è comportata benissimo. Entriamo nel market della pompa di benzina, dentro ci sono tre-quattro persone obese e malconce e aria condizionata a palla. Cerco qualche bibita fresca, magari un tè.. Nel frigo ci sono solo bottiglioni da due litri dal colore fluorescente con nomi sconosciuti e per niente invitanti. Idem con il reparto patatine. Cerco inutilmente qualcosa di sano. Ma niente da fare. Vendono carne secca in barrette, arachidi, caramelle gommose. 5 minuti qua dentro e sono già del tutto congelata.
Là fuori la cittadina è adagiata in una valle brulla che si trova esattamente a metà strada tra Los Angeles e Las Vegas. Ma il nostro itinerario non prevede alcuna visita a Las Vegas. Riprendiamo la macchina diretti a Calico, a una manciata di chilometri dal centro. Nella guida la descrivevano come una delle ultime "Ghost Town", una città fantasma, un vecchio centro minerario conservato alla perfezione come un museo a cielo aperto di quella che doveva essere la vita nel "Far West" nell'800. Proprio in quegli anni in cui si svolgevano i fatti del nostro libro, ma dall'altra parte del "fuoco", dalla parte dei coloni in cerca di fortuna.


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