giovedì 15 settembre 2011

HoneyUSA. Le premesse

Premessa: per me hanno sempre avuto ragione gli indiani.
E già partiamo male. Perché andare in America tifando per gli indiani ti indispone di default nei confronti di tutto ciò che c'è di costruito sul continente.

Al posto di sbarcare in un festoso clima disneyano con la bandierina e l'hot dog in mano, finisce che osservi ogni cosa con disincanto e un pelo di cinismo.
"Fantastico, sono la persona giusta nel posto giusto. Non mi fregate con la menata del sogno americano" mi dico mentre come uno zombie dopo 9 ore di volo attendo in coda al JFK di essere schedata con tanto di impronte digitali di tutte e 10 le dita.

"Sono in vacanza. Sono qui per divertirmi e il mio divertimento massimo é il reportage". Ma siccome sono anche in viaggio di nozze se il mio fresco maritino mi sgamma a lavorare anche stavolta potrebbe essere un problema...

Già l'anno scorso abbiamo trascorso le ferie in Bielorussia per il progetto Help for Children, stavolta non posso, dai.

Niente interviste e niente block notes, solo impatti, impressioni e chilometri. Tanti chilometri.



Per leggere gli altri appunti di viaggio dagli USA:
http://caffe-amaro.blogspot.com/p/usa-moleskine_05.html



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