sabato 18 agosto 2012

HoneyUSA: Needles


Needles
4 agosto 2011, Los Angeles-Kingman


Barstow è alle nostre spalle da poco e sulla destra incrociamo il cartello che segnala l'ingresso nello stato dell'Arizona, con quella stella al centro e raggi rossi e gialli su un piano blu. Un'emozione. Siamo davvero in Arizona! Wow!!!
Cantiamo a squarciagola "Arizona wait meeee I'm coming' hoooome" come se non fossero passati 15 anni dall'ultima volta. Mitici Fragile...
Ah che bei ricordi, le nostre prime suonate insieme... L'avremmo mai immaginato 15 anni fa di arrivare a questo punto? Mah, forse io si, o almeno era quello che sognavo e talvolta i sogni si avverano!

Cambiato stato: dalla California all'Arizona ma diciamoci la verità, non è che cambi granchè: per ancora un centinaio di chilometri la lunga strada nel deserto continua a serpeggiare come ha fatto finora. Ma è comunque un sogno: la meta più desiderata del nostro viaggio è proprio qui, a pochi giorni di distanza!

Sulla nostra destra compaiono delle rotaie e dei lunghissimi treni merci dalle locomotive arancioni accompagnano il nostro tragitto susseguendosi frequentemente. Avranno un centinaio di carrozze! E chissà che cosa contengono! Qui su queste rotaie scorre il benessere americano: merci imbarcate in Cina attraversano l'intero continente e magari poi vengono nuovamente imbarcate verso l'Europa. Qui su queste rotaie in qualche modo scorre anche la globalizzazione di cui ci cibiamo quotidianamente anche a casa nostra... E pensare che queste rotaie, simbolo di benessere economico e commerciale sono state, dal punto di vista dei nativi americani, anche il simbolo della sopraffazione dei bianchi, strumento acceleratore del progresso come della sconfitta dei popoli autoctoni. E noi che corriamo su questo asfalto non siamo da meno. Sono consapevole che abbiamo scelto di fare un viaggio molto poco ecosostenibile e forse anche poco coerente con alcuni miei principi, ma dovevo farlo per chiudere il cerchio di questa storia e sono sicura che alla fine ogni tappa assumerà il giusto significato.

Deserto, e ancora deserto, finchè arriviamo alla cittadina di Needles, adagiata nella Mohave Valley che se la si vede nella mappa sembra un'oasi verde nella desolazione più arida dell'Arizona. E noi, forse un po' ingannati da quella macchia di colore ci aspettiamo di trovare una meta di ristoro. Fermiamo la Nissan Versa, che è ancora incredibilmente ineccepibile e parcheggiamo davanti a un market, al sole perchè non c'è neanche uno straccio di ombra. Facciamo per scendere dalla macchina ma un'ondata di calore ci sbatte in faccia come uno schiaffo. Un caldo impressionante, ma davvero impressionante. Una sensazione che non avevo mai provato, come di schiacciamento a terra. Un peso. Ci guardiamo stralunati e corriamo (letteralmente) dentro il market. Lo solita aria condizionata a palla non ci fa passare la sensazione inedita. 
Ma che è? 80 gradi?
Dimenticavamo forse di essere ancora nel cuore del deserto.
Peccato che la Nissan Versa su cui viaggiamo non disponga del dispositivo di rilevamento della temperatura esterna. Non sapremo mai quale sia la temperatura.

(E invece si: qualche giorno dopo avremmo scoperto leggendo un giornale del posto che in quei giorni di inizio agosto la cittadina di Needles registrava le temperature più elevate dell'intero Paese con una media di 50 gradi centigradi. E noi abbiamo provato l'ebbrezza...).


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