I poveri che ho incontrato lungo la mia strada durante i miei viaggi in Africa o nell'Est Europa mi hanno fatto un regalo. Uno, che non ho potuto rifiutare e del quale ora non posso più fare a meno. Me ne rendo conto davvero solo ora.
Al di là delle classiche cose che si dicono quando si incontra qualcuno che soffre o che vive in condizioni di disagio, cioè "è più quello che ricevo di quello che do". Questo lo dicono tutti coloro che vivono l'esperienza del volontariato, è la grande sorpresa riservata a chi dona gratuitamente, il di più evangelico.
Ma c'è un regalo speciale che porto dentro di me, al di là dei loro tanti insegnamenti di vita, di coraggio, di fede e di speranza. Ed è un regalo che credo di portarmi dentro in particolare dalla baraccopoli di Korogocho, a Nairobi, uno dei 200 slum della metropoli dove milioni di persone vivono in condizioni disumane, a pochi passi dai grattacieli del centro.
L'aver incontrato la povertà estrema a pochi metri dalle ville dei miliardari anche italiani ha innescato in me una sorta di immunità al fascino del lusso. Il lusso non solo non mi affascina, mi irrita, mi infastidisce, urta la mia sensibilità. La povertà estrema che ho visto e annusato a Nairobi mi ha reso ipersensibile al lusso, in senso negativo.
Lo considero un grande regalo perchè vivo molto più serenamente e con maggiore distacco dai beni materiali, i quali per me hanno un valore solo sul piano affettivo e non su quello monetario. Certo, mi piacciono le belle cose, ma non soffro della loro assenza nella mia vita, non le bramo. Penso che non possano dornarmi gioia più di quanta me ne donino (a gratis) un bel tramonto dal terrazzo di casa o il fiorire di una piantina o il sorriso di una persona cara.
Mi rendo conto che in un momento come quello attuale, in cui tutti si lamentano della crisi e delle tasse (e molti non avrebbero nulla di cui lamentarsi...), in cui tutti vorrebbero guadagnare di più, vorrebbero comprare di più, vorrebbero avere più cose... beh io mi sento incredibilmente e forse un po' inconsciamente serena nella mia condizione.
Anche se mi risulta di essere quella nelle condizioni economiche peggiori tra tutti i nostri amici e conoscenti. Anche se siamo gli unici tra i nostri amici a non aver comprato casa e ad essere in affitto in un miniappartamento. Anche se il mio armadio non è mai stato così scarno (ma tanto scarno!).
Mi sento serena e ritengo di non dovermi lamentare di nulla perchè possiedo tutto ciò di cui ho bisogno e molto di più. Possiedo molto superfluo, anche se non ho gioielli o abiti firmati.
Il superfluo è molto più di quello che pensiamo, basta considerare che rientriamo in quel 20% di popolazione mondiale che vive con l'80% delle risorse del pianeta... Il nostro di più è rubato ai poveri. Lo dicono tutti coloro che operano al fianco dei poveri.
Ben venga la crisi che ci aiuti a riscoprire una nuova dimensione di sobrietà e di rispetto dei poveri.
Già, rispetto. Perchè se nella mia vita, che è una vita semplice ma non povera, c'è molto superfluo, allora che dire del lusso? Se il nostro di più è rubato ai poveri, il lusso li insulta.
A pensarci bene forse il regalo dei poveri non è solo un'immunità al fascino del lusso ma implica anche una responsabilità: la sua condanna.
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