giovedì 26 aprile 2012

Grillo non è l'antipolitica

Puzza di stantio. Presente quell'odore che si sente nelle case chiuse da tempo, negli armadi delle case di montagna prese in affitto per l'estate? Ecco sentire anche ieri, 25 aprile, dalle sagge parole del Presidente Napolitano una caduta di stile a difesa della politica tumefatta che abbiamo al potere oggi e contro il "primo demagogo" che osa attaccarla... mi ha fatto provare quella stessa sensazione di vecchio, di anacronistico, di ammuffito.
Possibile che ancora non abbiano capito che l'errore più grave che può fare la politica oggi è considerare antipolitica tutto ciò che si azzarda a criticarla, e in particolare Beppe Grillo?
Preciso subito: Grillo mi piace, anche se non sempre. Non sono un sua fan scatenata, non appartengo al movimento 5 stelle anche se ne condivido la maggior parte del programma, ma seguo con attenzione quanto sta creando perché lo ritengo una delle migliori espressioni di "politica dal basso" che la società civile abbia saputo sviluppare negli ultimi 10-15 anni.
Certo, Grillo sbaglia quando generalizza. Io sono sempre stata la prima a dire che non può esserci solo marcio, che qualcuno che si salva ci deve pur essere. Faccio fatica a salvare qualcuno, a dir la verità, ma continuo a crederci. Di Grillo si criticano i toni, aggressivi, urlati, irrispettosi, provocatori.
È vero, Grillo esagera spesso e volentieri, soprattutto quando la mette sul personale contro tutto e contro tutti, secondo una volontà di attaccare gli avversari sulla persona che non posso condividere.
Ma ricordiamoci in che paese viviamo, chi abbiamo avuto al governo fino a pochi mesi fa, e cosa abbiamo al governo ora. Non si può ragionare come se fossimo in un paese normale, gli italiani arrivano sempre al punto di aver bisogno di qualcuno che urla. Siamo un paese anomalo, dobbiamo esserne coscienti. Per cui non possiamo aspettarci reazioni normali e politically correct.

Anch'io, come i più moderati, vorrei una politica corretta, democratica e ponderata, dove ci si affronta con il dialogo costruttivo e si collabora alla costruzione di un paese migliore nell'interesse del bene comune. Il sogno di Veltroni non mi dispiaceva, ma era stato tirato fuori al momento sbagliato. Quella volta bisognava alzare la voce contro Berlusconi, non ignorarlo e giocare a non nominarlo nemmeno.
Stiamo ancora vivendo una fase anomala, abbiamo ancora bisogno di rispondere in modo forte a quello che sta accadendo. E rispondere con forza, dal basso, puntando il dito contro quella politica che tradisce la sua vocazione e il suo mandato, non è antipolitica ma l'espressione più alta della politica democratica nel suo significato più originario.
Io ce l'ho a morte con la sinistra (da donna di centro-sinistra) con il Partito Democratico in particolare, per non aver capito tutto questo, per non aver fatto suo il programma di Grillo quando era il momento, per non aver fatto di tutto per raccogliere quel malcontento popolare contro la vecchia politica berlusconiana e per elevarlo a "politica" ufficiale.
Questo doveva fare il PD quella volta, e ormai è troppo tardi, fuori dalla storia anch'esso. Pensare di relegare al di fuori della politica tutto quel movimento che si è creato a partire dall'iniziativa di un comico all'avanguardia tecnologica, è da mummie, fa parte di un vecchio modo di concepire la politica e il mondo e non fa che accentuare la distanza tra la politica e la popolazione. Io non ho mai votato per il movimento 5 stelle, ma avrei voluto votare per il suo programma incarnato da un partito politico come il PD. Questo non è avvenuto, il PD ha perso un'elettrice (pazienza), ma più che altro ha perso una grande occasione di cambiamento dall'interno.
Oggi quelle stesse persone che si scagliavano contro Grillo anni fa quando proponeva con il V-day di modificare la legge elettorale per reintrodurre le preferenze e il limite di due legislature per mandato, propongono le sue stesse idee come proprie. Ma oggi è troppo tardi, gli elettori li hai già persi, la politica gli elettori li ha persi quasi tutti e alle prossime elezioni la vera maggioranza sarà quella degli astenuti.

Mi piacerebbe tanto poter dire che Grillo è solo un comico provocatore, ma non è così. Grillo sta interpretando il sentimento di una certa fascia della popolazione che, staremo a vedere i numeri nelle prossime elezioni amministrative, non può essere ignorata o minimizzata o considerata "antipolitica". Politica anticasta, democrazia diretta, chiamiamola con un altro nome. Ma non antipolitica.
Antipolitica era quella che era al governo fino a dicembre scorso, insulto alla politica è l'esistenza stessa in parlamento di un partito come la Lega, vergogna per la la politica è stato avere Berlusconi, un dittatore mascherato, come presidente del consiglio per tanti anni... Vogliamo smettere di giocare con le parole e chiamare le cose con il loro giusto nome?

2 commenti:

  1. quanto ammiro la tua equilibrata sintesi di un paese che sta andando alla rovina. Pur arrivando esattamente dalla parte opposta alla tua (anche se non mi sono mai sentito rappresentato degnamente da nessuno in politica) mi rassicura che siamo in tanti a pensare che in questo momento in Italia non c'è bisogno di un "partito" non abbiamo bisogno di un "colore" o di un "simbolo" vogliamo solamente veri uomini che sappiano amministrare con saggezza ed equità.
    Per finire non mi sentivo rappresentato da "quello" precedente e NON mi sento rappresentato da "questo":
    http://www.youtube.com/watch?v=8wzYnqaFI-w

    ciao Francesca ti saluto e ti auguro tutto il bene che ti meriti, ovviamente saluti anche a Marco

    Roberto

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  2. sono daccordo ciao da pippo

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