Se fossi il Ministro dei Trasporti o del Lavoro comincerei a riformare il concetto di trasporto e di lavoro.
Perchè in Italia siamo indietro su tante cose ma in questo siamo all'età della pietra.
Continuiamo a vivere nella megaditta di fantozziana memoria anche se le nostre aziende, soprattutto in Veneto, sono per la maggior parte minuscole.
e continuiamo tutti a uscire di casa alla stessa ora, a intasare le strade e i mezzi pubblici nelle stesse fasce orarie, consumando i soldi nostri e i soldi pubblici, tempo ed energia, inquinando l'ambiente e il nostro umore per recarci a chilometri di distanza per sederci su una sedia davanti a un computer.
Continuiamo a svegliarci per andare in ufficio invece che a svegliarci per lavorare.
Capisco che l'età media di coloro che si occupano di politiche del lavoro e dei trasporti è elevata e nella loro testa non esiste altro modello di vita al di fuori di quello fantozziano, ma non penso che sia eccessivamente complicato, anche per il livello intellettivo della nostra classe politica, dirigente e imprenditoriale, raggiungere la conclusione che gli anni '60 sono finiti da un pezzo e che oggi esiste internet, esiste la connessione tramite remoto, esiste skype, esistono i cellulari e i tablet e che per almeno l'80% di coloro che passano la giornata seduti davanti a un pc è del tutto folle, anacronistico, controproducente e improduttivo percorrere chilometri e chilometri per raggiungerne uno quando a un metro dalla testiera del letto se ne ha un altro perfettamente intercambiabile...
Se fossi ministro dei trasporti o del lavoro per aumentare la produttività delle aziende partirei proprio dal miglioramento della qualità della vita dei lavoratori attraverso dei processi di innovazione della cultura aziendale, la riduzione dei loro sprechi di tempo nel percorso casa-lavoro e incentivi per chi imposta il lavoro dei dipendenti per raggiungimento di obiettivi o con telelavoro.
Sono assolutamente convinta che in moltissimi casi, anche se non in tutte le professioni, l'eliminazione dello stress dovuto al pendolarismo e al traffico quotidiano, porterebbe a un'impennata delle produttività nonchè della creatività.
Per non parlare della più facile conciliazione con la vita privata, la cura dei figli o di altri familiari. Conciliazione che si intende valida sia per le donne che per gli uomini (elemento per nulla scontato!).
Minor tempo sprecato nel traffico o in inutili trasferte significa più tempo da dedicare all'educazione dei figli (vera e propria emergenza sociale), più tempo per sè e per gli altri, per l'arricchimento culturale e il benessere psicofisico. Significa soprattutto più tempo anche per gli uomini per condividere con le loro partner le responsabilità domestiche e familiari.
Ecco, diciamo che se fossi pure Ministro per le Pari Opportunità...
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