giovedì 9 febbraio 2012

La miglior vendetta

Non mi é mai piaciuta la formula del do ut des. Mi hanno insegnato a spendermi al massimo senza mai fare il conto del ritorno. E se aggiungiamo il mio catastrofico rapporto con i numeri ne viene fuori un disequilibrio costante tra l'energia spesa per i progetti, il lavoro, le persone e ciò che ne guadagno in termini concreti.

Non tornano mai i conti. E viene spontaneo chiedersi chi me lo fa fare quel di più? Perché non mi limito a fare il mio e basta, che è già tanto? Perché devo sempre regalare qualcosa in "soraconto"?

Eppure sono convinta che proprio in questo disequilibrio di dare-avere stia la formula vincente nell'ottenere più benefici. Umani, certo, non economici.
Ogni volta che mi metto in gioco oltre quanto richiesto subisco delle delusioni e sono tentata dall'arrendermi di fronte all'ennesima prova.

Ma la mia esperienza é testimonianza di come sia invece proprio quello il momento di spendermi ancora di più, di rimettermi in gioco ancora una volta, di dare un'altra possibilità a chi mi ha ferito o deluso.
Perché arrendersi è facile, ma saper porgere l'altra guancia ha un che di eroico, di divino. E' in questo che sta la grande forza dirompente della logica cristiana dell'amore.

Donare e donarsi in modo disinteressato e un'arma potente che scombina tutti i calcoli, rimescola le carte e ti consente di vincere davvero senza alcuna vendetta.

O meglio, con la miglior vendetta: il perdono.



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