venerdì 1 aprile 2011

gioia colpevole

Alterno momenti di estrema serenità, di gioia, a momenti di folle angoscia.
Dopotutto deve essere normale con quello che accade nel mondo. E non sono angosciata per le piccole cose che riguardano il matrimonio, come dovrebbero fare tutte le spose al pensiero che tutto sia a posto, che ci sia il sole, che non ti venga da piangere o da svenire, che non ti impappini nel consenso, che non ti si sporchi il vestito, etc....
La vera angoscia che provo in questi giorni non ha nulla a che fare con il matrimonio. E' una cosa più profonda.
La mia è un'angoscia globale. Temo il futuro. E non per me, ma per i miei figli, i miei nipoti.
Ho paura delle guerre, della fame, delle catastrofi, delle tragedie. Sento addosso il peso della storia. E più leggo, più studio, più mi informo su quello che è accaduto ieri e che sta accadendo oggi nel mondo più mi sento greve, abbattuta nel mio ottimismo infantile.

Mi rallegro per aver in mano la bozza degli inviti di nozze e allo stesso tempo provo angoscia per le popolazioni in guerra, per i migranti in mezzo al mare, per i giapponesi condannati in eterno dalle radiazioni, per tutti noi che ci stiamo avvelenando per colpa dell'industralizzazione alimentare.

Non ci devi pensare. Non ci devi pensare. Non ci devi pensare.
Pensa solo alla tua gioia, sennò impazzisci.
Ma più la mia gioia diventa palpabile, più mi sento in colpa perchè sono felice.

1 commento:

  1. Forse poter vivere questi momenti di gioia è un dono che potresti essere chiamata a dover condividere per portare un po' di gioia anche in questo mondo ferito.
    Essere felici non è una colpa, ma una responsabilità: essere portatori di speranza in un mondo che troppo spesso la dimentica.

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