Sono cascata come un pero quando la mia amica Patricia – che è brasiliana – mi ha raccontato che in Brasile il voto non è un diritto ma un obbligo tra i 18 e i 70 anni, mentre è facoltativo tra i 16 e i 18 anni e oltre i 70 anni.
Chi non si presenta alle urne il giorno delle elezioni e non giustifica successivamente la sua assenza all'ufficio anagrafe perde i diritti basilari di cittadino come ottenere la carta d'identità e il passaporto, deve pagare una multa e regolarizzare la sua posizione con la giustizia elettorale.
Lei si stupisce del mio sguardo sbalordito di fronte alla parole "giustizia elettorale".
Per me è un'illuminazione.
Forzato, ma interessante.
Patricia casca dal pero lei invece quando le racconto che in Italia più della metà degli aventi diritto si astiene dall'esercitare il diritto di voto e che quindi la "maggioranza" di governo non è che una maggioranza per modo di dire.
Confronti internazionali di politologia e fini scambi culturali sul treno dei pendolari diretto a Conegliano.
Sull'orizzonte le colline roseggianti.
Il Piave si lascia attraversare senza mai passare inosservato. Risveglia un senso di patria e di dovere civile da troppi anni sopito.
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